[ita][eng]
C'era una volta la Nouvelle Vague, e c'era una volta una fragile musa.
Jean Seberg (Marshalltown, 13 Nov 1938 - Parigi, 30 ago 1979) era quella fragile musa dall'etereo profilo francese. Nata in una famiglia luterana, venne scoperta dal regista Otto Preminger che la portò al successo con i film Santa Giovanna (1957) e Buongiorno Tristezza! (1958). Tra i suoi ruoli più importanti è da ricordare sicuramente quello in Fino all'ultimo respiro (1959), vero e proprio manifesto del movimento nato in Francia negli anni 60, che la consacrò simbolo femminile della Nouvelle Vague.
Icona degli anni sessanta, viene descritta come una donna difficile ed affascinante, ma che aveva tutti gli elementi dell'autodistruzione.
Visse infatti una vita infelice e tormentata da crisi depressive, relazioni pericolose (con quattro matrimoni) ed una gravidanza prematuramente interrotta per lo stress. D'altronde amava ripetere: "i soldi non possono comprare la felicità, ma la felicità non è tutto".
Perseguitata da giornalisti e critici e diffamata e accusata dall'FBI di appoggiare il movimento Black Panther Party per la difesa dei diritti dei neri, Jean Seberg si ritrovò sola con i propri tormenti, accompagnata solo dal tragico destino che la condusse al suicidio in una notte d'estate.
Fu un mix di barbiturici ed alcohol a toglierle la vita, dopo aver scritto su un bigliettino le parole "frogive me. I can no longer live with my nerves".
C'era una volta una musa...
[eng]
Once upon a time there was the Nouvelle Vague, and there was a fragile muse.
Jean Seberg (Marshalltown, 13 Nov 1938 - Paris, 30 August 1979) was that fragile muse with an ethereal French profile. Born into a Lutheran family, she was discovered by director Otto Preminger that led her to success with the film Saint Joan (1957) and Bonjour Tristesse! (1958). Among her most important roles is surely to be remembered the one in Breathless (1959), a truly manifesto of the movement born in France in the 60's, which consecrated her as the feminine symbol of the Nouvelle Vague.
Icon of the Sixties, she is described as a difficult and fascinating woman, but that had all the elements of self-destruction. She liked to say: "Money can not buy happiness, but happiness is not everything."
In fact, she lived a miserable life that was tormented by bouts of depression, dangerous relationships (four marriages) and a prematurely terminated pregnancy due to stress. Haunted by journalists and critics, vilified and accused by FBI to support the Black Panther Party, a movement for the rights of blacks, Jean Seberg was alone with her torments, accompanied only by the tragic fate that led her to suicide in one summer night.
It was a mix of barbiturates and alcohol to take her life, after writing a note of the words "frogive me. I can no longer live with my nerves."
There was once a muse ...
Nessun commento:
Posta un commento